Ufficio non farsi travolgere

Diciamolo apertamente. Tutti ma proprio tutti abbiamo sempre in mente una sola cosa quando lavoriamo sotto pressione: quanto manca a fine giornata?

Ufficio non farsi travolgere

Diciamolo apertamente. Tutti ma proprio tutti abbiamo sempre in mente una sola cosa quando lavoriamo sotto pressione: quanto manca a fine giornata? E’vero, il lavoro nobilita, innalza il nostro ego, ci da indipendenza, ci rende competitivi, ci migliora la vita, a volte e sicuramente ci dà delle possibilità che non avremmo altrimenti. Vi ho steso un bel manuale sulle motivazioni che avrete, come team manager, per impegnarvi sempre, per trovare la motivazione o per mantenere alta l’attenzione.

Tutto vero, tutto quello che vi ho detto ha un senso reale e sarà bene lo teniate sempre a mente. Ma, tra i requisiti irrinunciabili nella propria occupazione c’è quello di non sacrificare a un nostro equilibrio personale, questo significa controllare le situazioni di stress e , ovviamente, trovare più tempo da dedicare a sé stessi. Proviamo a scrivere una lista delle cose da fare nella giornata lavorativa, effettuate sempre piccoli break, spezzare aiuta anche la concentrazione e la lucidità, soprattutto se si devono fare scelte che possono gravare sul progetto che avete sotto il vostro controllo. Poi cambiare le cattive abitudini, lo so che le avete, che siano vizi o alimentari, cercate di toglierle, curare di più se stessi è un vantaggio per voi a prescindere dal lavoro. Infine stabilite delle regole sull’uso di strumenti come computer e smartphone, siate liberi e non condizionati e, senza sentirvi deboli, imparate a chiedere aiuto. Insomma, non fatevi travolgere dagli eventi, sia in ufficio che fuori.


A quanti sarà indubbiamente capitato di parlare di lavoro anche quando non si è con i colleghi o i collaboratori? A me spesso. Quando uscivo dall’ufficio e avevo qualcosa di irrisolto durante la giornata che mi occupava i pensieri e per me era importante trovare una soluzione, finivo per passare una brutta serata rovinandola anche a chi mi stava vicino. Ragazzi, imparate a tirare giù la sbarra. Imparate che a tutto c’è una soluzione e non è necessario che la si trovi proprio mentre dovreste riposare e dedicare del tempo per voi. E’ un po' una regola di vita.  

Il lavoro non deve diventare una presenza scomoda che di frappone tra voi e la vostra vita privata. Prima di lasciare l’ufficio soffermate il vostro pensiero su quella che ritenete sia la fonte del vostro problema. Createvi una scala di priorità sulle cose che , rigorosamente dal giorno dopo, andrete a controllare o a valutare. Non siete un medico, lui non può rimandare al giorno dopo se sta operando o se ha un paziente in emergenza. Voi avete il tempo di analizzare e organizzare una azione per risolvere una situazione di crisi. Non fate quelli che dicono:” Guardo l’ultima cosa e vado”. Non ve ne andrete, arriverà una telefonata, una mail, alle quali vorrete rispondere. Non ve ne andrete perché se accondiscendete a fermarvi fino a tardi non riuscirete a dire basta, ma non sarete lucidi abbastanza per chiudere un problema.

Facciamo chiarezza; non sto dicendo che non dovete in nessun caso fermarvi oltre l'orario di lavoro, ci sono situazioni che richiedono che voi lo facciate, voi ma anche  il vostro team. Sto dicendo che non deve essere routine, non può essere la regola, dovete a un certo punto porre dei paletti. Le migliori performance le ho avute in uno stato di lucidità e non ubriaca di stanchezza. Poi certamente che anche io in uno stato di emergenza ho lavorato senza orario e persino in giorni festivi. Le eccezioni ci possono stare ma se diventano la norma allora qualcosa non va bene. Finireste per odiare il vostro ufficio e il vostro incarico, invece no, per amare ciò che si fa, per poter trarre il massimo dalle nostre capacità e dai nostri collaboratori, dobbiamo saper anche mettere un punto e dire: “ Riprendiamo domani “.