Pressione e stress da prestazione

Gestire la pressione, che si presenta molto spesso in ufficio, richiede sangue freddo e preparazione, seguendo piccole regole è possibile farlo.

Pressione e stress da prestazione

Avere la responsabilità della gestione di un gruppo di lavoro fatto di persone e quindi con stati emozionali , con sensazioni e sentimenti da tenere a bada, preclude un impegno di controllo costante e un team manager, che oltre alla supervisione di tutte le fasi di lavoro di tutto il team deve anche garantirsi la presenza costante dei componenti del gruppo e la loro cooperazione, può sentire forte la pressione su di sé, specie in previsione di una riunione col direttivo per mostrare il punto dell’avanzamento di un progetto.
L’ho già detto ma lo ripeto ancora, non comprarsi i problemi dei propri collaboratori aiuta a non sottovalutare uno stato lavorativo fiacco e poco producente, mantiene alto il senso critico e vi permette di mantenere un rapporto di cordiale distaccamento con i collaboratori. Siete per il vostro team  il punto di riferimento ecco perché cordiale, ma al contempo siete supervisore e giudice del loro lavoro, lo dovrete approvare dopo attenta valutazione o bocciare con relativo richiamo, ecco perché distaccamento.

Non sono compiti facili ma il lavoro sporco tocca a voi, delle diverse fasi di un progetto è il team manager il responsabile del suo successo o del suo  fallimento. Al boss dei boss interessa il risultato che si aspetta, non gliene frega niente di tutto il resto e voi dovete portare sul tavolo un lavoro fatto ( bene ) e finito ( meglio ). Arriveranno scadenze improvvise, ampliamenti o  cambiamenti del progetto iniziale, e questo vi causerà un notevole stress emotivo che, aggiunto alle problematiche legate all’organizzazione che il team vi causerà, vi farà diventare letteralmente una polveriera.

Allora, prima cosa valutate il problema. Può accadere che in un primo momento il problema derivi da un aspetto, mentre in realtà la causa di fondo è da un’altra parte. Alle volte addirittura il problema può anche rivelarsi inaspettatamente un vantaggio. Per questi motivi non saltate subito alle conclusioni, ragionate, e seguite uno schema oramai collaudato per trovare la radice di un  problema, fatevi le domande chiave: chi, cosa, quando, dove, perché.

Mantenere il controllo è fondamentale. Sbroccare con un atteggiamento di isteria offuscherà le decisioni da un lato e dall’altro bloccherà le capacità di affrontare la situazione. Invece, limitando il versante emozionale, potrete avere molte più energie, indispensabili per affrontare ogni questione.
Infine rielaborare un nuovo piano di lavoro e ridistribuire i compiti agli elementi del team. In questo modo sarà possibile alleviare parte dello stress derivato dalla pressione, perché saprete come fare per affrontare il problema e quali misure  adottare per risolverlo togliendovi diversi pensieri e grattacapi.

Se adottate queste semplici regole d’azione imparerete che più si lavora sotto pressione tanto più riuscirete a farlo, non dico con disinvoltura, ma almeno senza andare fuori di testa, rafforzando la fiducia in voi stessi e la fiducia del vostro team verso le decisione che prendete. La presa di coscienza sulla propria capacità di riuscire ad affrontare un intoppo improvviso che in prima analisi pareva insormontabile, contribuirà a ridurre gli ingorghi emotivi che possono nascere lavorando sotto pressione, migliorando la lucidità mentale e la qualità totale del vostro lavoro.