Fai un lavoro che ti piace
Purtroppo sono poche le persone che possono affermare di fare ciò che sognavano, o anche solo ciò che preferivano...
Ho già parlato di quando sia importante che ci piaccia il nostro lavoro, di quanto sia motivante trarne delle soddisfazioni e vedersi riconoscere capacità e merito. Purtroppo sono poche le persone che possono affermare di fare ciò che sognavano, o anche solo ciò che preferivano, in linea di massima la maggior parte delle persone finisce per fare un lavoro che sopportano ma che cambierebbero subito se non fosse che hanno bisogno dello stipendio. Poche sono coloro che hanno una occupazione abbastanza gradevole pur esulando dalla loro preparazione scolastica, raramente, quindi pochissimi, amano il lavoro che fanno e si ritengono fortunate. Probabilmente anche io ho fatto parte della schiera di quelli che, spiazzati dalle circostanze della vita e trovandosi a dover accettare qualsiasi lavoro pur di non rimanere fermi e senza reddito, a un certo punto si sono trovate a svolgere un lavoro che nemmeno avrebbero mai pensato di fare.
C’è tutto da imparare quando cambi totalmente mansione, bisogna rimettersi in gioco e lavorare sodo per portarsi al pari dei colleghi, sovente antipatici, non collaborativi e con un antagonismo viscerale che gli esce dagli occhi per poi ridacchiare di te se prendi una cantonata. Si possono incontrare poi vari ostacoli: trovare la passione in quello che stai facendo, cercare di sentirsi ispirati, farsi incuriosire dalle cose nuove che si affrontano quotidianamente e anche accettare di sbagliare, perché come tutte le cose nuove che si affrontano non è facile imparare senza errori. Quando arrivai nell’azienda come centralinista, dovetti imparare tutto non essendomi mai occupata di comunicazione promozionale, né di pubblicità, né di internet o software, soprattutto non mi ero mai occupata di dover dare informazioni e assistenza ai clienti, ciò che diventò invece la mia prima mansione. Era tutto un mondo nuovo fatto di tante cose interessanti e stimolanti ma di cui io conoscevo poco o niente se non come fruitore e non come operatore.
L’unica cosa che sapevo fare bene era gestire le persone, organizzare il lavoro e risolvere situazioni di crisi in fase di produzione. Sebbene non mi affiancarono nell’immediato una persona adeguata per la mia formazione, magari anche affabile e gentile, non mi persi d’animo, e cercai di usare tutte le mie capacità per imparare in fretta. Poi , poco tempo dopo, una sola persona, una singola persona in un ufficio dove ce n’erano moltisisme, una ragazza un po' spartana nei modi ma simpatica, paziente e cordiale, mi accompagnò , di sua iniziativa, per un breve periodo per farmi capire come funzionava un call center, come si usava il software per la gestione dei clienti e come si dovevano organizzare i turni di lavoro. Per qualche settimana, credo tre o forse quattro, rimase solo lei il mio unico punto di riferimento per avere chiarimenti sullo svolgimento del lavoro, e poco per volta sono diventata autonoma e ho cercato di migliorare alcune condizioni essenziali per organizzare meglio il mio lavoro e la convivenza in ufficio.
Ancora oggi pensando a lei, provo un senso di gratitudine per come è stata corretta e gentile nei miei confronti, e tristezza perché, giovanissima , ha lasciato questo mondo a causa di un tumore pochi anni fa. Appassionarsi, dicevamo, entrare dentro alle mansioni che di hanno dato per svolgerle al meglio, magari apportando anche modifiche al fine di ottimizzare il lavoro e accrescere i risultatati. Ero così entusiasta del mio operato che non facevo altro che parlarne. In quella prima fase, potevo andare a cena con una amica e essere capace di parlare solo del mio nuovo lavoro, tanto questo mi stava coinvolgendo positivamente accrescendo la mia voglia di fare e di migliorare. Ecco, probabilmente ero anche esagerata, devo essere stata anche tediosa nei miei lunghi monologhi sul mio operato in ufficio, si, probabilmente lo ero. Anche quando tornavo a casa pensavo spesso a come avrei potuto il giorno dopo riorganizzare una cosa, o ridimensionarne un’altra , e pensavo anche come evitare che altri intralciassero il mio lavoro, perché capitava, caspita se capitava! Fate sempre tutto con passione, criterio e grinta.
Anche se vi state occupando di qualcosa che non conoscete bene, anche quando pensate di non essere capace o di non essere adeguati. Anche se il compito che avete proprio non vi aggrada, è capitato anche a me, e ho sempre avuto una regola: dare sempre il meglio che posso. Non vi si chiede di essere perfetti, nessuno lo è, quando cominciate un lavoro nuovo siate curiosi, pronti, disponibili, più di tutti siate propositivi e se vi affidano una mansione di responsabilità accettate la sfida non in base allo stipendio ma alle vostre peculiarità e attitudine, perché essere un team manager non è per tutti i temperamenti né per tutte le teste.